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11. Stile Luigi XVI

Stile Luigi XVI

dagli Anni Sessanta agli Anni Novanta del Settecento

Lo stile Luigi XVI precede di molti anni lavvento al trono del sovrano da cui deriva il nome. Il germe che innesca il fenomeno del Neoclassicismo da ricercarsi nel rinnovato interesse per la cultura classica dovuto al grande clamore che in Europa suscitarono i reperti archeologici riportati alla luce negli scavi di Ercolano e Pompei, rispettivamente nel il 1738 e il 1748. La stessa corte di Francia, partecipa alla diffusione di oggetti riecheggianti lantichit fin dallultimo periodo del regno di Luigi XV. Madame de Pompadour e la Du Barry partecipano attivamente alla diffusione del nuovo gusto, che tra i suoi vati trova in Bachelier un valente animatore.

La rinnovata prevalenza della compostezza delle forme geometriche che caratterizzano la mobilia di epoca neoclassica, viene accolta come un salutare antidoto alle formulazioni pi libere e capricciose imposte dai dettami Rococ, ormai degenerato in rutilanti esercizi di bizzaria. Il passaggio dal genre pittoresque al gout grec non trae origini da scelte esclusivamente formali, ma piuttosto da un preciso orientamento ideologico in base al quale la civilt greca e quella romana assurgevano a paradigma di ogni perfezione etica a estetica.

Consolle-desserteE bene considerare fin da subito che per ci che riguarda le arti decorative, lo Stile Luigi XVI non si traduce in mere imitazioni: la fantasia dellartista opera libere interpretazioni desunte dagli esempi del mondo greco-romano, etrusco o egizio, da cui solo la metrica architettonica viene riproposta con stretta osservanza. In tal senso, si osservi come solo a partire dagli anni Settanta-Ottanta in ebanisteria si assiste al tramonto della fioriturica pittorica a intarsio, in favore di modelli a prevalenza di ornato geometrico. Nel campo di nostro specifico interesse gli inizi dello stile Luigi XVI datano intorno al 1765. Gi nel testamento della Pompadour trovano prima menzione commodes la grecque. Ma si tratta di una tendenza ancora non consolidata, tanto da poter affermare che solo agli inizi dellottavo decennio si nota una generale inversione di interesse per lancor predominante gusto rocaille, e se le linee strutturali del mobile tendono a irrigidirsi, non di rado lornato risulta ancora movimentato se non ridondante, si pensi al frequente uso della tarsia ancora disposta in florilegi ricchi di essenze lignee esotiche. Fino alla fine degli Anni Ottanta si dunque ancora ben lungi dal verificare unadesione incondizionata allausterit classica (di fatto, fin quasi alle soglie della Rivoluzione mai verr meno linfluenza del gusto rocaille).Tuttavia, gi intorno al 1775 trova sempre maggiore consenso un arredo improntato a un gusto pi semplice e sobrio, anche se sempre di raffinata esecuzione e attento ai pi minuti dettagli, caratterizzato per il rigore geometrico dellornato e per la nitidezza dei volumi.

Viene dunque a maturare un arredo connotato da unestrema eleganza e di virile austerit, come nel felice esempio del castello di Bagattelle del conte dArtois, terminato nel 1777, dove anche nel mobilio si coglie il disegno dellarchitetto Blanger. Il rigore lineare esita mobilia incline allastrattismo e al protofunzionalismo. In Italia, lo stile Luigi XVI trova naturale diffusione, e anzi si potrebbe dire che da luogo a una tipologia del tutto peculiare. La mobilia tende nella norma fin dagli anni Sessanta-Settanta ad adottare struttura lineare e solo nellapparato decorativo (di norma risolto a intarsio) denuncia attardamenti che rimandano ancora a mode di epoca rocaille.

Di preferenza si ama utilizzare legni a colorazione bruno-chiara, come il ciliegio e in generale le lastronature di frutto: si predilige demandare allintarsio o alle filettature effetti chiaroscurali di maggior contrasto tonale, per i quali viene frequentemente utilizzato il bosso, il noce, il palissandro o il bois de rose.

Commode Campania, Toscana, Emilia e Lombardia sono le regione che riescono a esprimere unelevata scuola debanisteria, che in taluni casi assurgono a fama europea, con artisti destinati a legare il proprio nome alla storia dellarte, si pensi allesempio di Giuseppe Maggiolini. Il Luigi XVI italiano rimarr sempre legato alla produzione di complementi darredo specificatamente orientati alla tipologia a intarsio. Si tratta di mobili di dimensioni ben proporzionate, sorretti dalle caratteristiche gambe a piramide troncoconica (detta anche a spillo), vestiti da lastronature ancora a forte spessore, e dalle specchiature del piano, dei fianchi e dei pannelli centrati da eleganti decori a valenza geometrica o di pi elaborata iconografia archeologica, dove lintaglio solo raramente giunge a lambire parti come le pilastrate o la grembiulina. La mobilia di maggior diffusione la comode e il tavolo-consol.

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