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4. Il Rinascimento
Il Rinascimento
dal 1460-80 al 1520-30
Il termine Rinascita, bench con ogni probabilit gi in uso, fu usato per la prima volta dal Vasari nel 1550, designando quel periodo del fiorire dellarte compreso tra Cimabue e il Cinquecento. Gli studiosi moderni circoscrissero questo periodo storico ponendone linizio al secondo decennio del XV secolo, con lopera del Brunelleschi, pur tuttavia riconoscendone nellUmanesimo il naturale e fertile terreno di germinazione.
Una nuova concezione della vita
Con la Rinascenza si giunse a formulare una nuova concezione dellesistenza. Lantico venne rivisto con occhio purificato da formalismi e dogmatismi medioevali, si diffusero principi di dignit individuale e di razionalit che posero luomo al centro delluniverso, essere raziocinante e creatore che domina la natura attraverso la conoscenza delle sue leggi ordinatrici. Con la diffusione dellindividualismo lamore per il lusso e i piaceri del corpo e dello spirito si compenetrano. Le corti dei mecenati divengono motori di propulsione dellarte, che viene vista dal potente anche come mezzo ideale per autocelebrare la propria forza e lungimiranza politica, e colpisce che il principe dialoghi con lartista in rapporto paritario come ben documentata il noto esempio di Lorenzo il Magnifico. Larte dunque si laicizza e si imbeve dei segni di una cultura pagana come quella classica, ponendosi verso i modelli che derivavano dallantico con spirito critico e mai con intento imitativo, estrapolandone aspetti di modernismo che originarono espressioni figurative del tutto nuove, in sintonia con la visione critica che pervade luomo rinascimentale.
Le arti maggiori pongono a pietra miliare la Firenze degli Anni Venti, legandone il merito a Filippo Brunelleschi che per primo concep spazi precisamente definiti e impostati geometricamente a principi informati allarte prospettica. Analogamente, Donatello e Masaccio li applicano alla Pittura e alla Scultura.
Rappresentazione tridimensionale
Nel campo di ricerca di nostro specifico interesse, lindagine della storia del mobile, si rende necessario formulare una diversa ipotesi di cronologia. In breve, lo scrivente del convincimento che si debba riconoscersi codificato il mobile rinascimentale solo nella considerazione che ne abbia assunto compiutamente la formulazione tridimensionale, superando quindi la visione bidimensionale ancora tipica e precipua degli arredi eseguiti o ascrivibili al periodo umanistico.
Per meglio rendere visibile il non semplice assunto che opera la dicotomia tra mobilia di periodo umanistico (bidimensionale) e rinascimentale (tridimensionale), si osservi che durante lUmanesimo larredo lignario ornato da decori pittorici o plastici. Nel primo caso, su superfici generalmente lineari si dipingevano scene, le pi varie, che solo virtualmente fornivano visioni prospettiche; in ipotesi di decorazione plastica (intaglio o pastiglia), si noti parimenti che la tecnica utilizzata usualmente quella del bassorilievo, che consente una chiave di lettura univocamente bidimensionale (ovvero a due piani). Ebbene, con lintroduzione dellintaglio scultoreo ad altorilievo o a tuttotondo, lideale spettatore ne percepisce chiaramente la rappresentazione tridimensionale. Ne consegue che esprimo il convincimento che larredo ligneo rinascimentale debba considerarsi tale se ne soddisfa levidenza prospettica compiutamente tridimensionale. Solo a partire dagli Anni Sessanta-Ottanta del Quattrocento si verifica lapparire sul mobile della nuova veste a intaglio scultoreo ad altorilievo, con caratteristiche e tipologie ornamentali di cui a seguire si dir, e che gi intorno agli Anni Trenta del Cinquecento si involveranno originando lapparire di una nuova manifestazione stilistica, il manierismo.